Duotone Ventis D/LAB 7. Le prime due session
Dopo la pausa estiva riprendiamo con la pubblicazione di contenuti con un breve report delle prime due session effettuate con il nuovo Duotone Ventis D/LAB.
Premessa
Per le caratteristiche dell’ala vi rimandiamo al relativo preview che abbiamo pubblicato recentemente. Ricordiamo che essa è basata sul Compact Wing Concept introdotto da F-ONE con lo Strike CWC, arrivato alla seconda versione, circa un anno fa. Il rapporto di aspetto è quindi piuttosto basso rispetto alla superficie, il che rende l’ala piuttosto pompabile, oltre a conferire un maggiore grado di rigidità verso le sue estremità.
Prime impressioni. A terra
Potremmo riepilogarle con un … WOW! A parte l’attesa qualità dell’ala a livello costruttivo, quello che colpisce da subito è il peso, davvero limitato per un’ala da 7 m2, considerando poi la presenza di maniglie rigide. Parlando di queste ultime, chi ci segue sa che siamo fautori di maniglie molto ravvicinate, che siano quindi in grado di replicare la funzionalità di un boma.
Per rimanere in ambito Duotone, l’unica critica che avevamo mosso alle ultime declinazioni del Duotone Unit era la distanza eccessiva fra la prima e la seconda. Nella pratica, quel gap fra le due maniglie comporta tutta una serie di problemi, soprattutto per i wingfoiler con braccia corte e va a rendere più complicata l’esecuzione della waterstart, delle virate ecc.
Con il Ventis Duotone ha seguito finalmente l’approccio che riteniamo ormai più sensato e cioè quello di avvicinare decisamente le due maniglie, oltre a sovradimensionare la prima, che appare proprio come un mini boma.
Fra l’altro, nella versione Aluula del Ventis, essa è realizzata in carbonio per limitare ulteriormente il peso dell’ala. Diciamo subito che il posizionamento e dimensionamento delle due maniglie sono a nostro avviso impeccabili e non fanno assolutamente sentire la mancanza di un boma.
La pressione di gonfiaggio è di 6 PSI e, pure essendo il sistema di gonfiaggio one-pump, tramite beccuccio di chiusura della connessione fra le due camere d’aria è possibile mantenere separata la leading edge dallo strut centrale. In questo modo si può lasciare la leading edge ad una pressione più bassa, massimo di un PSI, per rendere l’ala più pompabile e confortevole in navigazione.
Trattandosi di un progetto simile a quello dell’F-ONE Strike CWC, sono presenti naturalmente due ulteriori strut verso le sue estremità, anch’essi gonfiabili one-pump.
In acqua. Prima session
Condizioni del test:
Rider: 64 Kg. e 77 Kg.
Tavola: Loose Patriot Custom 66 L e Loose 87 L
Foil: SAB W945 con stab S245 e mast da 92 cm
Vento: estremamente variabile da 3,7 a 8 Nodi circa
La prima session ha rappresentato un ottimo banco di prova per valutare il low end dell’ala, che è risultato essere eccezionale.
Il profilo frontale estremamente profondo dell’ala, che replica quasi quello di una vela da windsurf dotata di camber, ed il centro velico avanzato trasformano qualsiasi refolo di vento in energia. Il “tiro” dell’ala si percepisce già passando alla posizione eretta sulla tavola.
L’ala è molto rigida e per questo il pumping va effettuato con movimenti corti e cadenza elevata. Ovviamente, a parte la tecnica del wingfoiler, il combo foil/tavola impiegato gioca un ruolo fondamentale per poter effettivamente sfruttare la potenza del Duotone Ventis.
Come ormai molti appassionati sanno, il trend attuale nel light wind è quello di impiegare tavole estremamente lunghe, voluminose e strette con carene piuttosto elaborate e foil ad altissimo aspetto con apertura alare superiore ai 100 cm, cioè combo dedicati sostanzialmente al SUP downwind.
Pur non potendo contare ancora su questo setup, che dovrebbe consentire l’abbattimento della frontiera ULW, cioè di uscire anche in condizioni di Ultra Light Wind, un wingfoiler leggero dotato di buona tecnica può tranquillamente divertirsi con un Ventis 7 D/LAB ed una tavola galleggiante con foil di medio aspetto, come il SAB W945, in condizioni di vento medio di 6/7 Nodi che è esattamente lo scenario della prima session.
Mentiremmo comunque se affermassimo che con raffiche di 4/5 Nodi un kit del genere consente di sollevarsi sul foil ed è proprio questa la barriera di cui vi abbiamo parlato pocanzi, quella in cui, appunto, entrano in gioco materiali specifici a livello di tavola e foil. Comunque, la prima sessione è stata estremamente appagante ed il Duotone Ventis ci ha sorpreso per la sua fantastica manovrabilità, dal posizionamento perfetto delle maniglie, dalla erogazione “rotonda” della potenza e dal feeling diretto che essa assicura nelle transizioni.
In acqua. Seconda session
Condizioni del test:
Rider: 64 Kg. 77 Kg.
Tavola: Loose Patriot Custom 66 L e Loose 87 L.
Foil: SAB W940 con stab S245 e mast da 92 cm
Vento: variabile da 5 a 9 Nodi circa
Condizioni più solide per la seconda session con vento meno rafficato e, dopo un quarto d’ora circa, una buona base di 8 Nodi quasi costanti. Dal momento che le previsioni erano comunque più ottimistiche abbiamo deciso di impiegare il SAB W940 da 1100 cm2 ed il risultato è stato davvero inatteso. Fatto sta che condizioni di vento così leggero si sono trasformate in un parco giochi per il wingfoiling freeride anche con un foil di media superficie. Ancora una volta, siamo rimasti sorpresi dalle performance dell’ala e l’uscita precedente è sicuramente servita per adattare la nostra tecnica di pumping all’ala.
Conclusioni
Pur impiegando un combo tavola foil tradizionale, il Duotone Ventis D/LAB 7 m2 si è dimostrato estremamente performante nel light wind wingfoiling freeride. Saremmo già in grado di pubblicarne il review ma siamo curiosi di esplorarne le performance in condizioni tendenti alla soprainvelatura e naturalmente ci riserviamo di provarlo, con tavola e foil dedicati al downwind, anche in condizioni di vento ultra leggero riservandoci di aggiornare il review come disporremo di tale combo.
Immagini © Wingsurfmag.it, Duotone Sports