F-ONE Strike V.2 prime impressioni
Una delle nuove ali che abbiamo iniziato a provare da due settimane è l’F-ONE Strike V.2.
F-ONE Strike V.2 Vs. V.1 evoluzione o rivoluzione?
Premessa doverosa: lo Strike V.1 è una delle ali più popolari presenti sul mercato e noi stessi ne abbiamo apprezzato le fantastiche doti di potenza, lift, stabilità e leggerezza. Proprio per questo, il lancio della nuova versione ci ha colti di sorpresa ritenendo che non ci fossero molti spunti di miglioramento. Il primo che ci era venuto in mente dopo aver speso moltissime session con lo Strike V.1 era quello di una riduzione dell’apertura alare. Il secondo quello di una maggiore assorbimento delle raffiche in condizioni di sopra-invelatura senza compromettere la potenza dell’acqua. Il terzo, infine, un irrigidimento delle maniglie e magari l’aggiunta di una centrale, molto utile nel freestyle.
Bene, diciamo che le prime due migliorie sono state apportate mentre la terza in modo parziale, nel senso che le maniglie sono state comunque migliorate ma rimangono comunque sostanzialmente simili a quelle della prima versione. Al solito, la mancanza della maniglia centrale può essere ovviata impiegando la Armstrong Power Link Bar che abbiamo recensito a questo indirizzo.
La filosofia di F-ONE continua ad essere quella di puntare più che sulla rigidità delle maniglie su quella della struttura, sia pure, come sottolineato prima, con una maggiore performance in condizioni di sopra-invelatura.
Questo obiettivo è stato raggiunto grazie ad una maggiore segmentazione della leading edge, caratterizzata, al centro, da un grosso rigonfiamento che tende a supportare lo strut centrale, anch’esso rivisto. Grazie a questa soluzione progettuale, le estremità dell’ala sono, a detta del produttore, dotate di un livello di flessibilità tale da consentire all’ala di assorbire, appunto, le raffiche più forti. Non a caso, una delle caratteristiche brandizzate da F-ONE per lo Strike V.2 è quella denominata “Adaptive Wing Design”.
Sostanzialmente rivista la struttura dei ferzi, non tanto riguardo alla loro logica di assemblaggio (alcuni sono posizionati parallelamente alla LEI, altri verticalmente), ma piuttosto relativamente alla loro grandezza. D’altro canto, il rapporto di aspetto della nuova ala è più basso rispetto a quello della prima versione.
Nulla da dire sui materiali impiegati, sostanzialmente i collaudatissimi Teijin Technoforce D2 per la canopy e Dacron per la LEI e la strut centrale. Proprio con riferimento alla canopy, essa è sempre, come specificato dal produttore, “pre loaded” e quindi piuttosto tesa.
Nel complesso il peso si mantiene in linea con quello del modello precedente. Stiamo quindi parlando di uno dei wing più leggeri presenti sul mercato.
Ben 7 taglie del nuovo Strike sono presenti in catalogo, da 2.5 m2 a 5.5 con incrementi di mezzo metro quadrato (ricordiamo che per il vento debole, e quindi dalla 6 alla 8, passando per la 7, lo Strike è disponibile nella declinazione CWC).
Per quanto riguarda gli accessori, immutata l’eccellente sacca/zaino, al solito sovradimensionata per ciascuna misura. Anche il leash di dyneema elasticizzato, uno dei migliori presenti sul mercato, rimane sostanzialmente quello che equipaggiava il modello precedente.
In acqua
Al solito, quando un produttore enfatizza in modo particolare alcune, se non una caratteristica, di un proprio prodotto, siamo sempre curiosi di confutarle/a o meno. In questo caso, quella che ci interessava in modo particolare, che costituisce l’innovazione più ghiotta rispetto alla versione precedente, consiste nell’Adaptive Wing Design. In effetti, in condizioni di soprainvelatura il modello precedente eroga la potenza in modo quasi brutale diventando un’ala molto fisica.
Il caso ha voluto che nel corso della prima session abbiamo avuto l’opportunità di impiegare lo Strike V.2 5.0 in condizioni di discreta soprainvelatura (sopra i 25 Nodi) e possiamo confermare che effettivamente esso è molto più confortevole e meno fisico da gestire che non la prima versione. E ciò non va certo a svantaggio del low end dell’ala, visto che siamo stati in grado di rimanere in acqua in modo confortevole anche con una media di 11 Nodi, addirittura con una tavola sinker (Loose Freedom 4’6’’) e foil F-ONE Phantom 1080. Sempre eccellenti le performance nel freeride (eccellente velocità e bolina), nel freestyle (notevole lift e hangtime) e nel wave riding.
Nel complesso, le nostre prime impressioni sono entusiastiche e possiamo sintetizzarle in una frase “immaginate uno Strike V.1 migliorato sotto quasi ogni aspetto”. Naturalmente, vi proporremo un completo review dell’ala non appena avremo messo insieme un numero significativo di session. Stay tuned!
Immagini © Wingsurfmag.it