#WingsurfmagBlog 16/02/21 Session report
Inverno piuttosto freddo quello che stiamo vivendo, seppure brevemente interrotto da una pausa addirittura primaverile una settimana fa.
Ma le anomale più alte temperature hanno presto lasciato spazio a quello che è il leitmotiv di questo inverno, appunto, il freddo. E quella di oggi è stata una session piuttosto fredda, o meglio, lo sarebbe stata senza l’impiego di una muta stagna come la Ocean Rodeo Soul 2.0. Proprio in giornate come questa si apprezza l’incredibile valore aggiunto di una muta che in realtà è una tuta che si può indossare e togliere a casa, dopo essersi fermati a prendere un caffè ed aver speso in acqua circa un’ora di tempo. Per dirla in Inglese, una muta stagna di qualità è un game changer proprio quando il Generale Inverno fa sul serio!
La session di oggi è stata caratterizzata da condizioni di vento piuttosto rafficato con direzione laterale e leggermente da terra, diciamo un NNW dai 10 ai 24 Nodi abbondanti. La scelta del quiver, tavola Loose Fighter 4’8’’ con Foil Ensis 1700 e wing Ensis 4.5 è stata perfetta e ha reso l’uscita piuttosto divertente, sia pure conclusa con un piccolo danno all’ala in una manovra aerea. D’altro canto, nel Freestyle Wing Foiling danneggiare l’ala e/o la tavola fa parte del gioco. Anzi, se ciò non accadesse significa che non si sta esplorando con impegno questa fantastica declinazione dello sport.
L’importante è non procurarsi ferite e, non ci stancheremo mai di raccomandarlo ai nostri allievi, quando si provano manovre aeree in qualsiasi sport acquatico in cui ci si muove su un foil indossare un caschetto è OBBLIGATORIO.
E proprio provando un salto twistato con partenza in switch stance e atterraggio che ricorda quello di un Willy Skipper nel Windsurfing l’ala anteriore del foil ha letteralmente trafitto uno dei tip del wing, fortunatamente quando il vento stava iniziando a calare. Purtroppo, nella dinamica di alcune manovre il foil può effettivamente colpire l’ala e viceversa.
Proprio per queste problematiche connesse ai danni che possono interessare l’attrezzatura, un’ultima considerazione riguarda la necessità di disporre di un backup a livello del quiver che usiamo più spesso. Nella fattispecie, la riparazione professionale di un wing richiede alcuni giorni e rimanere a secco, magari in presenza di buone condizioni, sarebbe imperdonabile.
Soprattutto in giorni in cui i tiranni da strapazzo che ormai stanno calpestando i nostri più elementari diritti costituzionali, cioè in definitiva la nostra libertà, vorrebbero rinchiuderci di nuovo tutti agli arresti domiciliari in nome di una più che presunta maggiore sicurezza. Parafrasando Benjamin Franklin “They who can give up essential liberty to obtain a little temporary safety deserve neither liberty nor safety.”, cioè, “coloro che sono disposti a rinunciare alla libertà per ottenere un po’ di sicurezza in più non meritano né l’una né l’altra“. Ci scusiamo per lo sfogo …
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